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Napoli, venerdì 29 marzo

Foto A. Zarcone
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La mobilità dei movers per la città del futuro

Il Presidente

Pubblicato sul Roma


L'annuale indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita relega, impietosamente,  Napoli nei gradini sempre più bassi della classifica nazionale. Assistiamo, ormai, rassegnati, a questa involuzione quasi si trattasse di un destino ineluttabile. E a poco serve reagire con sussulti di orgoglio, criticando la scelta dei parametri utilizzati dallo studio, per ostentare la forza attrattiva della nostra storia, delle nostre tradizioni, della nostra cultura e della nostra "grande bellezza". Nel resto dell'anno, infatti, le lamentale sui disservizi e la mala amministrazione  costituiscono la cifra distintiva del malcontento che serpeggia tra i napoletani.
Non c'è bisogno di attendere i risultati annuali di questa indagine per sapere che a Napoli non si vive bene. Se chi emigra non è disposto a tornare, quasi sempre  è proprio a causa del basso livello di vivibilità percepito nel nostro territorio, che trova nella pessima organizzazione della mobilità il segno più immediatamente visibile.  Non è un caso che la critica maggiormente rivoltaci dai turisti e visitatori stranieri è il caos, il disordine sulle nostre strade e l'inefficienza dei trasporti.  Per non parlare della loro sorpresa nel constatare la nostra incapacità di valorizzare le tante bellezze che pure abbiamo.
Il problema è che da troppo tempo ormai a Napoli non si progetta più, perché non c'è una visione strategica della città futura. Si vive di espedienti, di proposte fumose, estemporanee, utili, forse,  solo per racimolare immediato e futile consenso, senza prospettive a medio e lungo termine. Le scelte di governo locale sono, ottusamente, focalizzate su facili attività di promozione della propria immagine pur di richiamare l'attenzione dei mass media, tralasciando i veri problemi della città.  Da decenni, infatti, si attendono progetti di riqualificazione e ammodernamento di intere zone del territorio, per le quali non si va oltre a sporadiche chiacchiere senza costrutto.
Parallelamente, sono usciti di scena, se mai vi fossero entrati,  i piani di settore della mobilità, quelli del traffico, dei parcheggi e della mobilità sostenibile, come se Napoli potesse farne tranquillamente  a meno. Invece, lo sfascio dei trasporti pubblici, la pessima condizione delle strade, la carenza di parcheggi con conseguente incremento dell'abusivismo della sosta, la vetustà del parco circolante, i preoccupanti livelli di sinistrosità stradale e di inquinamento, sia atmosferico che acustico, dimostrano l'urgenza di progetti ed interventi specifici. Non si può cioè continuare a procedere a ruota libera senza una chiara visione di insieme. La mobilità a Napoli deve, effettivamente, diventare un sistema integrato di componenti in cui la priorità spetta al trasporto pubblico, soprattutto  su ferro. L'automobile non può più accollarsi il compito di soddisfare tutti i bisogni di spostamento che, invece, andrebbero esauditi anche con altre modalità, onde evitare gli effetti collaterali che tale distorsione comporta: ingorghi, incidenti e smog.  Questi temi devono essere centrali nei programmi dei candidati a sindaco di Napoli e, proprio perché fondamentali per il futuro di questa città, è importante avviare intorno ad essi un confronto ampio e costruttivo con tutti i possibili stakeholders  che possono fornire il loro disinteressato contributo alla causa. E, soprattutto, con chi, come  l'ACI, per legge rappresenta e tutela la mobilità dei "movers".

 

 

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