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Napoli, venerdì 29 marzo

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Un "fungo" inconcludente contro il Codice della strada

Il Presidente

Pubblicato sul roma

Mentre la straziante agonia dell'Amministrazione comunale volge lentamente al termine, la città, già martoriata dalle restrizioni istituite per fronteggiare la pandemia da Covid-19, continua a  trovarsi  di fronte a clamorosi casi di inefficienza e sprovvedutezza.
Prima  il Corso Vittorio Emanuele dove sono subito comparsi cedimenti nei tratti appena asfaltati nell'ambito  degli interventi di risistemazione del manto stradale. Poi il pasticcio di  Via Duomo in cui sono stati sventrati i marciapiedi appena rifatti per consentire l'installazione dei pali dell'illuminazione. E, a seguire, il caso della Galleria Laziale ove i lavori di ammodernamento della rete elettrica sono stati effettuati successivamente al restyling estivo, compromettendo lo stato della pavimentazione. Per non parlare dello scandalo della Galleria Vittoria che chissà quando verrà aperta al traffico. Insomma, è una disdetta. Possibile che in questa città non si riesca mai a coordinare gli interventi fra loro e ad eseguire un lavoro pubblico a regola d'arte? Le nostre strade sono ormai condannate ad essere dissestate, e quando pure si decide di finanziare un progetto più impegnativo di riqualificazione di un'arteria il risultato non cambia, senza considerare il sistematico ed avvilente prolungamento dei tempi di realizzazione. Si veda al riguardo anche il caso di via Marina. Con l'aggravante che mai una volta viene individuato un responsabile di questi sfasci. Sotto accusa, come al solito, è la Pubblica Amministrazione incapace non solo di armonizzare gli interventi per  evitare sprechi di tempo e risorse, ma anche di controllare sia la qualità dei lavori in corso d'opera che il rispetto della loro durata. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: non una strada cittadina, marciapiedi inclusi, versa in decenti condizioni.
A proposito di via Marina, recentemente, dopo tante polemiche, è stata inaugurata una mega struttura di cui francamente non si comprendono le finalità. Partita come il compimento di un avveniristico progetto pubblicitario, l'opera si è via via svuotata di contenuti perdendo, alla fine, ogni forma di identità. In verità, sin dal principio avevamo espresso forti critiche per la costruzione di un manufatto scintillante di insegne pubblicitarie luminose posizionato proprio in mezzo ad un crocevia. Si trattava di un'iniziativa che violava le norme del codice della strada, mettendo palesemente a rischio la circolazione dei veicoli, in quanto pericolosa fonte di distrazione, così come giustamente ha rilevato lo stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Ebbene, nonostante fosse venuto meno il motivo stesso della sua esistenza, ovvero la possibilità di apporvi insegne pubblicitarie luminose, l'opera è andata ugualmente avanti sino alla sua conclusione ed inaugurazione alla presenza di una qualificata rappresentanza di Palazzo San Giacomo. Auguriamoci almeno che il Comune non abbia contribuito, nemmeno minimamente, al finanziamento di questa struttura su cui, fra l’altro, pende una denuncia di abusivismo, per mancanza di autorizzazioni, con fondati motivi di essere accolta da parte della magistratura. Tanto più che, anche senza pubblicità, l'impianto recante una vistosa scritta circolare, comunque, distrae i conducenti dei veicoli.  
Si tratta, insomma, dell'ennesimo episodio di mala amministrazione che denota incompetenza e superficialità dei nostri pubblici decisori, i quali, spesso, si innamorano di proposte effimere, camuffate di modernità e prive di motivazioni. Il "fungo di via Marina”, come è stato battezzato dai media, non è nemmeno un'opera d'arte di richiamo turistico, al pari della Torre Eiffel o delle Ruote panoramiche di Londra e Vienna per intenderci. È semplicemente un ingombro fastidioso di cui si poteva tranquillamente fare a meno, in una città che richiederebbe, invece, ben altri e più urgenti interventi sul piano delle infrastrutture al servizio dei cittadini, come parcheggi, rifacimento delle strade, vere corsie preferenziali per i mezzi pubblici, piste ciclabili sicure, attraversamenti stradali protetti ecc.
Ma forse non è un caso che questo scheletro metallico sia stato inaugurato proprio in questo periodo: è il simbolo perfetto che ben rappresenta la fine dell'attuale gestione, approssimativa e dannosa, della città.

 

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