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Napoli, venerdì 29 marzo

Foto A. Zarcone
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Dicembre 2012 n° 102

MondoAuto

I proibitivi costi di gestione dell'auto stanno contribuendo a ridimensionare l'uso delle "quattro ruote" a favore di spese indispensabili per la sopravvivenza delle famiglie e degli stessi individui. L'uso parsimonioso di questo veicolo, peraltro incentivato dai continui e non sempre condivisibili provvedimenti di limitazione della circolazione adottati dall'Amministrazione comunale, tuttavia, lascia insoddisfatto un bisogno di non trascurabile importanza: quello della mobilità. La rinuncia  all'auto, forzata o consapevole che sia, non sorretta da una sufficiente offerta di trasporto pubblico, sta creando notevoli disagi non solo a chi risiede in città, ma ancor più ai pendolari provenienti dalla provincia, per i quali gli spostamenti casa-lavoro si sono ormai trasformati in un autentico calvario.
Il drastico ridimensionamento del servizio pubblico, sia su gomma che su ferro, sembra averci riportato improvvisamente indietro nel tempo di decenni, quando per spostarsi sul territorio, bisognava arrangiarsi alla meno peggio, ricorrendo persino a modalità illecite, come i "pulmini abusivi", che, non a caso, stanno nuovamente facendo capolino. Attese sfibranti alle fermate degli autobus, riduzione delle corse con quartieri cittadini ed aree della provincia tagliati fuori dalla copertura del servizio pubblico,  precarie condizioni di igiene e sicurezza all'interno dei vettori pubblici, linee ferroviarie allagate ai primi acquazzoni, scioperi continui che paralizzano le attività quotidiane: insomma, lo stato dei trasporti è sprofondato nel buio degli anni '80, quando la nuova linea metropolitana era solo un anelito. Eppure, da allora, passi in avanti sono stati compiuti, eccome. Se c'era un settore dove, sino a poco tempo fa, la nostra regione e, in particolare, il suo capoluogo potevano andare fieri, consapevoli di essere all'avanguardia sia in ambito nazionale che all'estero, era proprio quello dei trasporti. Si pensi allo sviluppo della metropolitana cittadina e degli altri collegamenti su ferro, ai parcheggi di interscambio in prossimità delle varie fermate del metrò, all'integrazione tariffaria in un biglietto unico, al metrò del mare, all'innovativo servizio di infomobilità regionale dedicato a tutto il settore dei trasporti, per non parlare della prima, a livello nazionale, Agenzia regionale della sicurezza stradale (Arcss) e del Centro regionale integrato della sicurezza stradale (Criss). In breve, si era attivato un sistema integrato di servizi pubblici, la cui offerta brillava per qualità, efficienza e frequenza, tanto da incoraggiare i singoli a ricorrere a modalità trasportistiche diverse dall'automobile, non per costrizione ed opportuno calcolo economico (come avviene oggi), ma per effettiva convinzione. Certo, non era il "paradiso terrestre", i problemi e le criticità non mancavano, però c'era fiducia verso un progetto  - la cosiddetta cura del ferro, in buona parte attuata - e gli scenari futuri delineati.
Oggi, invece, non solo questo processo di rinnovamento si è interrotto, ma addirittura stiamo assistendo ad un'opera demolitoria dell'intero sistema regionale dei trasporti con conseguenze disastrose nell'immediato e ancor più nel medio e lungo termine. E, purtroppo, la causa non è rinvenibile solo nei tagli di risorse e finanziamenti da parte del Governo centrale. Questi, però, molto spesso, diventano alibi per coprire l'incapacità di gestire il settore, avanzando a tentoni con esperimenti in luogo di attenti studi ed analisi dei flussi di traffico dei passeggeri, delle priorità e delle reali alternative. La soppressione di linee, corse e stazioni con il loro successivo ripristino ne è la riprova. A testimonianza che la mancanza di competenze e strategie conducono a cattive ed affrettate decisioni che rendono precaria la vita agli addetti ai lavori ed alla collettività, causando il ritorno ad un lontano passato dominato dall'uso irrazionale dell'auto. In sostanza, i trasporti non costituiscono più una priorità e in tali condizioni ogni progetto di mobilità urbana per il contenimento dell'inquinamento ed il miglioramento della qualità della vita è destinato a fallire. Serve a poco, infatti, realizzare Ztl, aree pedonali, parcheggi di interscambio, se poi viene a mancare proprio l'offerta di trasporto pubblico. Né si può credere di risolvere il problema semplicemente con le piste ciclabili: sarebbe una follia, una vera e propria offesa all'intelligenza dei napoletani ed al comune buon senso.

Scarica il mondoauto nà102 (pdf, 1.3mb)

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