Vai direttamente ai contenuti
Napoli, venerdì 29 marzo

Foto A. Zarcone
Logo Automobile Club Italia

Dicembre 2015 n°110

MondoAuto

Una recente ricerca europea ha indicato Napoli come la terza città più “fracassona” al mondo. Non sappiamo quanto sia attendibile l’indagine, di certo non si può negare che il rumore sia una componente rilevante della nostra realtà urbana. E non solo per il traffico. Infatti, ci sono sorgenti di inquinamento acustico che, paradossalmente, passano sotto silenzio, pur avendo un forte impatto sul territorio circostante, tanto da indurre l’unione europea a contestarci il mancato rispetto delle leggi. Una di queste, per esempio, è lo stadio San Paolo quando ospita gli eventi sportivi o musicali. In tali circostanze, i decibel sforano ripetutamente i limiti massimi previsti dalla normativa vigente, mettendo a dura prova la tranquillità di chi vive nelle vicinanze di questa struttura, in alcuni casi addirittura a non più di 20 metri.

Una situazione insostenibile, più volte denunciata dagli stessi residenti della zona, ma senza seguito. Per questo motivo, l’Automobile Club Napoli, in quanto Ente pubblico dichiarato dalla sua stessa legge costituiva (DPR n.665/77) “necessario ai fini dello sviluppo economico, civile, culturale e democratico del Paese”  e, perciò, legittimato ad intervenire su questioni e iniziative inerenti la qualità della vita ed il benessere della collettività, si è sentito in dovere di porre all’attenzione delle autorità competenti questa problematica. Vi ha provveduto attraverso un atto provocatorio: una diffida e messa in mora al Comune, alla Regione, alla Città Metropolitana ed al Governo. L’obiettivo non è solo quello di sollecitare gli opportuni controlli ed interventi per il rispetto dei parametri acustici stabiliti dalle direttive europee, ma soprattutto per evidenziare i problemi di invivibilità che attanagliano il quartiere, specialmente quando il San Paolo è attivo. Problemi destinati ad aggravarsi se andasse in porto il progetto di renderlo un impianto polivalente, con attività commerciali e ricreative in funzione per l’intera settimana.

Giova, a questo punto, ricordare che lo stadio non è una struttura avulsa dal contesto territoriale in cui è inserita. In particolare, il “tempio” in cui si esibisce la squadra del Napoli nuoce alla mobilità ed alla vivibilità dell’area flegrea che conta oltre 100mila abitanti: una vera e propria città, insomma. Da anni sosteniamo che questo impianto non solo è obsoleto, ma anche incompatibile con l’elevata densità abitativa e lavorativa di Fuorigrotta.  Quando il San Paolo è in funzione, i residenti sono costretti ad una reclusione forzata - come più volte denunciato dagli stessi comitati civici della zona alla Procura della Repubblica -, essendo impossibilitati a muoversi o ad essere raggiunti, persino da un’autoambulanza in caso di emergenza. L’inciviltà regna sovrana per ore, e far rispettare l’ordine è una chimera tra abusivi di ogni risma ed ambulanti fuori da qualsiasi controllo. In questi frangenti, viene calpestato il più elementare dei diritti - la libertà di spostamento – anche perché il quartiere non è assolutamente attrezzato per rispondere, con adeguati servizi ed infrastrutture, ai flussi impressionanti di gente e veicoli che si riversano in zona per la partita o, più saltuariamente, nel caso dei concerti.

La questione è delicata, come dimostrano le difficoltà a pervenire ad un progetto condiviso di ristrutturazione dell’impianto di Fuorigrotta: in gioco ci sono grossi interessi economici privati, con relativo indotto anche sul piano occupazionale. Tuttavia, la legge del business non può prevalere sul supremo interesse generale della collettività che l’amministrazione pubblica è chiamata a tutelare. In quest’ottica, quindi, l’ideale sarebbe realizzare uno stadio nuovo fuori città, al pari dei più moderni impianti europei, sicuro, di facile accessibilità e fruibilità, piuttosto che affrontare un’operazione di restyling costosa e di mera apparenza.

Comunque si risolverà la querelle tra la società Calcio Napoli ed il Comune resta il fatto che lo status quo non è più difendibile e, pertanto, occorrono urgenti cambiamenti per il bene di tutti: dei tifosi e della città. Con tale auspicio, rivolgo a tutti Voi Soci i miei più affettuosi auguri di buon Natale e, soprattutto, di sereno anno nuovo di cui c’è proprio bisogno.   

Scarica il Mondoauto n°110 (pdf, 1.4mb)

Top