Rivista
Maggio/Giugno 2017 n 117
Il decreto sulla “sicurezza urbana” è diventato legge, con la previsione del Daspo anche nel caso dei parcheggiatori abusivi, così come aveva già proposto l’Automobile Club Napoli, con i suoi seminari giuridici presieduti da Luigi Riello. Una misura importante che offre una possibilità in più alle amministrazioni comunali per fronteggiare questo fenomeno dilagante. Sempre che, naturalmente, ci sia la reale volontà di combatterlo. E, al riguardo, le dichiarazioni del nostro Sindaco non lasciano ben sperare visto che, secondo lui, l’amministrazione più di ciò che fa, ovvero le inutili multe agli abusivi, non può. Né vuole trasformarsi in uno sceriffo contro i “poveri”, quasi che combattere l’illegalità, spesso sinonimo di camorra, sia un atto contrario alla sua vocazione di garante dei diritti e della liberta dei cittadini.
Il problema è che se l’Amministrazione avesse fatto realmente quanto già previsto dalla legge probabilmente, oggi, la piaga dei parcheggiatori abusivi sarebbe marginale. In questa città, infatti, c’è penuria di posti-auto, soprattutto per i residenti; manca un piano dei parcheggi aggiornato; la maggioranza delle aree di sosta pubblica, ovvero le strisce blu, è ricavata sottraendo spazio alla carreggiata - che, secondo il Codice della strada, deve essere, invece, destinata alla circolazione dei veicoli - con inevitabili ripercussioni sulla fluidità del traffico. Non solo, ma Napoli è anche l’unica metropoli dove da lustri non si effettua più il servizio di rimozione forzata delle vetture in divieto di sosta, che intralciano la circolazione, preferendo, invece, l’applicazione delle ganasce che bloccano, anziché rimuovere, l’ostacolo sulla strada.
Se tutto ciò fosse stato attuato, gli abusivi non avrebbero potuto prosperare poiché la loro forza è proprio nel bisogno di sosta insoddisfatto che porta gli automobilisti, volenti o nolenti, a sottostare ai “servigi” offerti da questi personaggi i quali, di fatto, forniscono una soluzione – sebbene illecita - al problema. Sia chiaro, nessuno vuole criminalizzare persone che, nella maggioranza dei casi, campano proprio con i residui di queste attività illecite (il grosso, infatti, va all’organizzazione malavitosa che c’è dietro). Però, non si può continuare a tollerare tali fenomeni con eccessivo “buonismo” ed osteggiare persino leggi, come appunto il decreto sulla “sicurezza urbana”, volte semplicemente a porre un freno alla proliferazione dei reati, in nome di una peregrina difesa della libertà e dei deboli. Quella difesa che poi, stranamente, svanisce quando l’Amministrazione comunale decide di abbassare la fascia di esenzione dell’Irpef da 15 a 8mila euro! Qualcosa non quadra: sarebbe, forse, questo lo spirito con cui si intendono varare “ordinanze non repressive, ma rigenerative”? Noi siamo dalla parte di chi vuole prevenire i reati a tutela dei cittadini onesti e, nel contempo, rigenerare la società ed i territori, soprattutto quelli abbandonati delle periferie, e non solo, di Napoli.
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