Rivista
Dicembre 2017 n 120
Inquinamento e incidentalità stradale: due mali della nostra città per i quali non si riesce ancora ad individuare la giusta cura. Napoli, tra le città italiane, continua ad occupare saldamente le posizioni di coda della classifica sulla qualità dell’aria. Un triste primato che, come sempre, vede sul banco degli imputati le solite automobili contro cui si ripropongono consuete ricette (targhe alterne, divieti di circolazione ecc.), benché i dati ne dimostrino la scarsa efficacia proprio nei giorni di chiusura al traffico delle auto. E ciò, perché mancano all'appello altri responsabili dell’inquinamento atmosferico, come il Porto, l’Aeroporto, gli impianti di riscaldamento ed i numerosi, eterni cantieri aperti a Napoli. Eppure, avere il Porto al centro della città, in uno snodo nevralgico per i collegamenti dell’intera regione, senza analizzare quanto e come inquina lo stazionamento in rada delle navi, rende pressoché rituale ed inutile lo studio dei dati sulla qualità dell’aria. L’ elettrificazione delle banchine, la cui assenza non è mai citata tra le possibili cause del fenomeno, non viene nemmeno considerata tra le fondamentali soluzioni da perseguire. Analogamente l’aeroporto ed i cantieri, riguardo ai quali si è perso il conto delle continue proroghe che ne estendono la durata oltre ogni ragionevole giustificazione, costituiscono, insieme al Porto, la magna pars di responsabilità per le polveri sottili. Per non parlare degli impianti di riscaldamento a gasolio, presenti in tanti condomini ed edifici pubblici, e della crescente diffusione delle stufe alimentate con pellet, tenuto conto che la prima causa di formazione delle polveri sottili ed ultrasottili è proprio la legna quando brucia. E a proposito di questo particolare combustibile, perché non si inizia a controllare anche l’efficienza delle canne fumarie dei locali (pizzerie, ristoranti ecc.) sempre più numerosi in città che ne fanno quotidianamente uso per le loro attività? Sia chiaro, il trasporto privato ha le sue responsabilità e nessuno le nega. Però attribuire solo ad esso le colpe dell’inquinamento è fuorviante e demagogico, tanto più che i cittadini napoletani sono costretti a ricorrervi visto lo stato pressoché generalizzato di sfascio dell’alternativa pubblica. Non è una difesa corporativa di ufficio, ma ciascuno ha il dovere di assumersi le responsabilità di propria competenza.
Non va meglio sul piano della sicurezza stradale dove si registra un preoccupante peggioramento con un aumento generalizzato di incidenti, morti e feriti nel capoluogo campano. Particolarmente a rischio sono i giovani e le utenze deboli: motociclisti e pedoni su tutti. Evidentemente nella nostra città, anche in questo ambito, si fa poco e male: dalla gestione complessiva della mobilità, alla manutenzione delle strade; dal controllo e repressione delle condotte più pericolose, in primis l'uso del cellulare alla guida, alla prevenzione con attività di educazione, formazione e sensibilizzazione degli utenti della strada, a partire dai giovani. L'amministrazione comunale giustamente pretende dai cittadini motorizzati il rispetto delle regole, ma è la prima a trasgredirle eludendo le disposizioni dell'articolo 208 del Codice della Strada che prevede di destinare il 50% dei proventi delle sanzioni pecuniarie per attività e interventi mirati al miglioramento della circolazione e della sicurezza stradale.
Così non va e ci auguriamo che il 2018, ormai alle porte, possa rappresentare un anno di svolta per queste due criticità e, più in generale, per la qualità della vita nella nostra città. Con questo auspicio auguro ai nostri Soci ed alle loro famiglie i più cordiali auguri di un sereno Natale e di un prospero anno nuovo.
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