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Napoli, giovedì 03 ottobre

Foto A. Zarcone
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Mondoauto online ottobre 2019

MondoAuto

L'autunno è iniziato e sul piano della mobilità e della vivibilità urbana non si scorgono segnali di rinascita. La città sembra andare alla deriva, senza una guida ferma e sicura. L'Amministrazione comunale ha, ormai, gettato la spugna, abdicando anche alle più elementari funzioni di "governance". Non sa da dove iniziare per cercare di ripristinare un minimo di ordine e di stabilità.

I trasporti sono allo sbando e non potevano certo, miracolosamente, migliorare dopo la pausa estiva. Però almeno si poteva evitare che peggiorassero. Evidentemente al male non c'è mai fine. E così napoletani e turisti devono rassegnarsi ad un'altra stagione di sofferenze e disperazione.

Non va meglio se si sceglie di spostarsi con il mezzo privato. Tra cantieri, lavori estenuanti ed interminabili, buche, strade dissestate, allagamenti da pioggia ed interventi  prossimi venturi, viaggiare in auto, con la moto o un altro mezzo di locomozione è una scommessa: si sa quando si parte, ma non quando e come si arriva. Piazza Garibaldi e Via Marina sono ormai assurti a simboli negativi della nostra inconcludenza. Forse non avremo mai il piacere di vederle completate.

L'igiene pubblica è una rarità. Persino le strade maggiormente battute dai turisti e che, pertanto, dovrebbero essere maggiormente salvaguardate sono invase da rifiuti di ogni genere. Dal lungomare alla collina di Posillipo, passando per il centro storico, il Vomero ed altre zone nevralgiche della città, in nessun posto si ha la sensazione che la pulizia ed il decoro siano preservati. Emblematica al riguardo è la situazione del verde pubblico, un patrimonio completamente abbandonato a se stesso pur con qualche eccezione. E a nulla è servito l'escamotage di affidare ai privati di buona volontà la gestione di qualche aiuola o giardino: passata l'euforia del momento, presto, anche quegli spazi sono precipitati nell'incuria.  

Sarà forse, pure, per questi motivi che i turisti quando lasciano Napoli hanno sempre quella strana smorfia sul volto che significa "città bella, peccato però...". Ed è proprio quel "però" la nostra condanna. Siamo orgogliosi della struggente bellezza del posto in cui viviamo, ma non sappiamo prendercene cura, preservarlo e valorizzarlo. Certo il nostro non è un Comune ricco, ma la carenza di risorse non può  giustificare l'immobilismo e l'inefficienza. In una ideale classifica europea sui servizi pubblici erogati occuperemmo, senza dubbio, gli ultimi posti per quantità e qualità.

E, purtroppo, le responsabilità degli amministratori pubblici si ripercuotono a cascata anche sui cittadini indotti ad assumere comportamenti incivili, in assenza di buoni esempi dall'alto. Con ciò non intendiamo condividere e giustificare condotte che restano scorrette ed illecite, e perciò censurabili sempre. Le colpe, infatti, non possono essere sempre e solo degli altri: dei politici, della camorra, dei soldi che mancano o, per tornare alle origini,  addirittura dei "Savoia". Tutti abbiamo una quota parte di responsabilità. Se la società è malata non può generare una classe dirigente sana. Chi ci amministra è espressione della volontà dei cittadini, perciò, se cominciamo a cambiare in meglio, forse, anche chi ci rappresenta e governa sarà migliore.

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