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Napoli, giovedì 03 ottobre

Foto A. Zarcone
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Mondoauto dicembre 2019

MondoAuto

L'anno che si sta chiudendo sarà l'ennesimo da dimenticare, almeno per quanto riguarda lo stato della mobilità. La città sembra andare alla deriva senza una guida ferma e sicura. L'Amministrazione comunale ha, ormai, gettato la spugna, abdicando anche alle più elementari funzioni di "governance". Non sa più da dove iniziare per cercare di ripristinare un minimo di ordine e di legalità per assicurare quel diritto alla mobilità sancito dalla nostra Costituzione, da quella europea e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

I trasporti pubblici sono allo sbando tra continui disservizi, mezzi guasti, clamorosi stop che, talvolta, costringono i passeggeri a proseguire la marcia addirittura a piedi sui binari ferroviari, ed atti vandalici a metà strada tra la protesta esasperata ed il mero teppismo.

Non va meglio se si sceglie di spostarsi con il mezzo privato. Cantieri disseminati ovunque, lavori estenuanti ed interminabili, buche, strade dissestate: viaggiare in auto, con la moto o un altro mezzo di locomozione è sempre più una scommessa. Si sa quando si parte, ma non quando si arriva. Piazza Garibaldi e Via Marina i simboli negativi della nostra inconcludenza. Forse non avremo mai il piacere di vederle completate.

Così come difficilmente riusciremo a porre la parola fine all'annosa questione della sosta abusiva. E' da oltre un quarto di secolo che andiamo denunciando questo scandalo in tutte le sedi scontrandoci, sistematicamente, contro un muro di gomma. L'offerta di parcheggi continua ad essere deficitaria e gli abusivi, sempre più organizzati ed arroganti, proliferano ad ogni angolo di strada. Per contrastarli si invocano continuamente nuove disposizioni con sanzioni maggiormente repressive, ma è inutile. I rimedi già ci sono, li prevede lo stesso Codice della Strada stabilendo la rimozione coatta dei veicoli in divieto di sosta che intralciano la circolazione. Peccato manchi, invece, la volontà politica di applicarli come dimostra il fatto che questo servizio, dal 1992, è praticamente scomparso dalla circolazione.

In queste condizioni ci mancava pure il caos dovuto ai lavori d'urgenza sul Viadotto di Capodichino della Tangenziale che hanno paralizzato i collegamenti tra la zona occidentale ed orientale della città, con gravi ripercussioni sull'intero  traffico urbano. Un'emergenza evidentemente figlia delle negligenze del concessionario il quale non ha provveduto ad effettuare, per tempo, una efficace manutenzione, ordinaria e straordinaria. A che serve allora il pedaggio su questa arteria se poi le attività di ispezione, controllo e riparazione degli ammaloramenti si svolgono con approssimazione e superficialità?

Non è un caso se in questo disastro di mobilità, Napoli stia facendo preoccupanti passi indietro sul piano della sicurezza stradale. E' vero, gli incidenti diminuiscono, ma aumentano i morti ed i feriti. E' un dato molto grave se si considera che le vittime sono in prevalenza giovani ed utenze deboli, pedoni e centauri su tutti. Evidentemente, si continua a fare poco e male per la prevenzione. Né convince la solita "storiella" della penuria di risorse. I finanziamenti per migliorare la sicurezza stradale ci sarebbero se solo si rispettasse, ancora una volta, il Codice della Strada che obbliga gli Enti locali a destinare almeno il 50% dei proventi delle multe per attività ed interventi finalizzati al miglioramento della circolazione ed alla prevenzione degli incidenti. Purtroppo, non solo il Comune di Napoli è incapace di riscuotere le sanzioni, ma anche quel poco che incassa non lo spende secondo le prescrizioni di legge.  Con la paradossale conseguenza che il costo dei risarcimenti danni causati dallo stato indecoroso delle nostre strade risulta addirittura superiore a quello richiesto per eseguire un'ordinaria e corretta manutenzione. In pratica, il cattivo esempio del mancato rispetto delle regole proviene proprio dall'alto.

In questo fosco quadro, risulta particolarmente difficile trovare la forza ed il coraggio di formulare i tradizionali auguri per un nuovo anno migliore. Eppure noi, imperterriti, non smettiamo di crederci: buon 2020 cari Soci!  

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