Rivista
Mondoauto Febbraio 2023
Preoccupa l’insicurezza sulle nostre strade. Le ultime stime ACI-Istat sul primo semestre dell’anno appena trascorso, infatti, rivelano un quadro allarmante: ogni giorno, sull’intera rete viaria nazionale si verificano, mediamente, 450 incidenti, a causa dei quali 8 persone perdono la vita e 602 restano ferite. Rispetto, allo stesso periodo del 2021, risultano in aumento sia i sinistri (+24,7%) che le loro conseguenze (+15,3% morti e +25,7% infortunati). Ed ancora una volta, l’incremento del numero delle vittime è più spiccato in ambito extraurbano (+20%) e più contenuto, ma comunque rilevante, nelle aree urbane (+11%) e sulle autostrade (+10%).
Le cause sono molteplici ed in gran parte riconducibili al comportamento umano, ovvero a condotte scorrette, distratte e/o pericolose: dall’alta velocità all’uso del cellulare durante la guida, dal mancato rispetto della distanza di sicurezza ai sorpassi azzardati, dallo stato di ebbrezza all’assunzione di sostanze stupefacenti prima di mettersi al volante. Non trascurabili, tuttavia, sono le responsabilità anche degli Enti proprietari e gestori delle strade: in molti casi il cattivo stato delle infrastrutture se non è proprio una causa diretta, interviene sicuramente come concausa dei sinistri stradali.
Purtroppo la sicurezza stradale è un argomento che da diverso tempo, già da prima della pandemia da Covid 19 e della guerra in Ucraina, è fuoriuscito dall’elenco delle priorità dell’agenda politica, sia a livello nazionale che locale. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, come testimoniano le stesse cronache degli organi di informazione.
Non c’è un piano nazionale di prevenzione degli incidenti con fondi da destinare alle attività finalizzate al miglioramento della circolazione stradale che, fondamentalmente, devono seguire tre direttrici: rafforzamento dei controlli su strada, interventi infrastrutturali, formazione e sensibilizzazione degli utenti della strada. Ed anche a livello normativo, urge una completa revisione del Codice della Strada ormai stravolto da continui e confusi rimaneggiamenti, dettati, molte volte, più dalla spinta emotiva del momento che da razionali strategie.
Le uniche note positive provengono dalle case costruttrici, con la produzione e commercializzazione di vetture sempre più affidabili e dotate di sofisticati sistemi di sicurezza che da soli, però, non sono sufficienti ad evitare le stragi sull’asfalto.
In questo contesto, tuttavia, segnali incoraggianti provengono dal Governo, grazie al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che, ancora una volta, ha dato prova della sua spiccata sensibilità su tale tema, da lui più volte affrontato, con competenza e determinazione, nell’ambito degli alti incarichi istituzionali ricoperti in questi anni. Di sicurezza stradale si è, infatti, parlato nel corso del Comitato per l’ordine e la sicurezza al Viminale, con la prospettiva di destinare fondi ai Comuni per l’acquisto di mezzi e strumenti (etilometri, autovelox ecc.) volti a potenziare i controlli su strada. Sempre che le Amministrazioni locali siano in grado, poi, di applicare le relative sanzioni ai trasgressori, riscuotendo le somme dovute e, successivamente, destinando almeno il 50% di questi proventi ad attività finalizzate al miglioramento della circolazione e della sicurezza stradale, così come prevede l’articolo 208 del Codice della Strada. Si tratterebbe di un primo importante passo verso un cambio di rotta, in questo campo, da lungo tempo auspicato.
Salvare vite umane non è solo un obbligo morale, un dovere dello Stato ma, nel caso degli incidenti stradali, è anche una rilevante forma di risparmio economico: le loro conseguenze hanno un costo sulla società stimato nell’ordine di 15 miliardi di euro annui che, diversamente, potrebbero essere spesi per altri importanti scopi e benefici sociali.