Rubrica
Giovani e legalità, l’importanza dei buoni esempi
Pubblicato sul quotidiano "Il Mattino"
La cultura è il miglior antidoto alla illegalità. Lo ha più volte ribadito il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, per sottolineare il valore della prevenzione da declinare, innanzitutto, in termini di formazione ed educazione delle nuove generazioni. Per sottrare i giovani dai tentacoli ingannatori della criminalità, organizzata o spicciola che sia, con le sue false e illusorie promesse di una vita agiata e “rispettata” (dove rispetto fa rima con capacità di incutere timore e paura), bisogna offrire loro modelli alternativi edificanti, convincenti e autorevoli. E purtroppo, se ci guariamo bene intorno, ciò di cui si nutrono i nostri ragazzi ha poco a che fare con il rispetto delle regole, il senso civico e la promozione di comportamenti corretti e responsabili. È vero che il vantaggio dei giovani è proprio quello di poter sbagliare ripetutamente, perché è dagli errori che si impara. Ma a tutto c’è un limite. Ed oggi questo limite è stato largamente superato con l’affermazione e diffusione di modelli vincenti che trasudano arroganza, prepotenza, sopraffazione e violenza. Da Gomorra in poi certi comportamenti di stampo camorristico hanno cominciato a dominare la scena mediatica, facendo sempre più proseliti anche in quei settori della società cosiddetti “per bene”. Sono diventati simbolo di potere e di successo tanto da sdoganare quelli che un tempo venivano considerati “malamente” ed oggi, invece, assurti al rango di icone da emulare e celebrare nelle canzoni, nelle fiction e nei video virali che impazzano sui social. In gioco non è la trita contrapposizione tra cultura “alta” e cultura “bassa”, ma i valori su cui deve fondarsi la società. E quelli che stiamo trasmettendo ai nostri figli attraverso le varie forme di comunicazione e rappresentazione prodotte dall’industria culturale sono estremamente divisivi, egoistici e allarmanti, in cui non c’è spazio per sentimenti diversi dall’affermazione del sé a qualunque costo e in qualsiasi modo: conta il risultato finale, non le modalità su come è stato conseguito. In quest’ottica, la polemica innescata ultimamente dal procuratore Gratteri sul senso di certi incontri di dubbio gusto ed opportunità organizzati nell’università è assolutamente condivisibile. A forza di inseguire iniziative volte a creare “rumore” e facili consensi si finisce col perdere di vista il fine intrinseco delle istituzioni deputate alla formazione e alla educazione. Che senso ha, infatti, organizzare un evento con un rapper, per quanto noto e di successo, i cui versi “incespicati” spesso e volentieri tendono ad esaltare stili di vita eccessivi per non dire proibiti? Senza dubbio più istruttivo ed esaltante è stato, invece, l’appuntamento al San Carlo con lo storico Alessandro Barbero. Ecco sono queste le iniziative da incentivare e proporre ai nostri studenti per aiutarli a crescere come uomini e ad aumentare il loro bagaglio culturale, affinché un domani possano poi dare un concreto contributo allo sviluppo ed al benessere della società.
Gli autori dei misfatti o comunque il loro modo di agire e di concepire la vita, non possono diventare oggetti di culto da scimmiottare, foss’anche solo per scherzo, ma vanno stigmatizzati e condannati incondizionatamente. Analogamente, però, bisogna saper prendere le distanze anche da un altro fenomeno altrettanto preoccupante, perché più subdolo e mistificante. Ci riferiamo alla speculazione, che molte volte si compie, sulle vittime delle ingiustizie, della discriminazione e della barbara violenza. Una cosa, infatti, sono la legittima denuncia, la rivendicazione di sacrosanti diritti e gli appelli accorati affinché i colpevoli dei gravi reati commessi vengano scovati e puniti. Altra, invece, è lo sfruttamento delle tragedie per fini personali, per una malcelata esibizione di sé e per ostentare presunti meriti. I paladini autentici della legalità non cercano visibilità e vanagloria, ma combattono silenziosamente ogni giorno, sul campo, con la forza del buon esempio, per dare un fattivo contributo alla costruzione di una società migliore. Sono loro gli “eroi” dei nostri tempi da sostenere e seguire.