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Napoli, lunedì 27 marzo

Foto A. Zarcone
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Nessuna bonifica è possibile senza il rilancio della cittadella

Il Presidente


Il progetto della Torre della Regione a Gianturco ha il merito, quanto meno, di avere finalmente sollevato l’attenzione sul Centro Direzionale e sulla necessità di una  rigenerazione sua e delle aree limitrofe da Piazza Garibaldi al Vasto. Zone, spesso, al centro delle cronache per il profondo stato di abbandono, per le degradate condizioni igieniche, i continui episodi  di criminalità e disperazione umana. E’ notorio che il Centro Direzionale sia un’opera incompiuta come tante altre nella nostra città. Un’area che ha tradito le aspettative e lo spirito del suo “padre putativo”, l’architetto ed urbanista giapponese Kenzo Tange che lo progettò completamente pedonale in superficie, con circolazione e sosta dei veicoli in sotterranea. La sua  visione lungimirante lo portò, quindi, già negli anni ‘80, a prevedere soluzioni in linea con gli attuali obiettivi della mobilità sostenibile e della difesa dell’ambiente. Un Centro Direzionale destinato a sedi delle istituzioni, degli enti locali, uffici ed attività terziarie, ma anche a residenze. In pratica, un contenitore atto a decongestionare il centro urbano di Napoli ma anche con spazi di aggregazione per la vita serale e notturna: la “città dei giovani” per usare le sue parole. Purtroppo, il Centro Direzionale si è connotato, da sempre, come uno spazio  dedicato soverchiamente alle attività lavorative, con poche abitazioni e nessuna attrazione per il tempo libero. Una landa desolata alla chiusura degli uffici, inanimata di sera e nei giorni festivi. Addirittura spettrale e inquietante nel periodo clou della pandemia, quando lo smart working ha azzerato anche la vivibilità diurna, costringendo alla chiusura gli esercizi commerciali la cui clientela è fondamentalmente composta da chi ci lavora.
In queste condizioni, ci sembra legittimo e doveroso pretendere, prioritariamente, la rigenerazione di quest’area, coerentemente con gli obiettivi fissati dallo stesso Pnrr. A partire dall’attivazione di un capillare sistema di videosorveglianza, anche notturna, e di un efficiente rete d’illuminazione, per poi passare alla realizzazione di diffusi e chiari infopoint, nonché di un valido arredo urbano per rendere più accoglienti gli spazi all’aperto. Un Centro pulito, con scale mobili funzionanti, più verde e sottoposto ad un frequente controllo della sosta dei veicoli per prevenire e contrastare  quella selvaggia attraverso anche l’impiego dei carri attrezzi. Ma non basta. Con o senza gli uffici della Regione, il Centro Direzionale costituisce una risorsa straordinaria per lo sviluppo di Napoli. Qui, per esempio, si può completare  la cittadella giudiziaria, insediandovi il TAR - con conseguenti benefici per piazza Municipio dove attualmente è ubicato - i Giudici di Pace e le Commissioni tributarie. E’ possibile, inoltre, realizzare un circuito artistico culturale con convegni, mostre e luoghi di aggregazione per giovani ed anziani. E sempre in questa immensa area  si potrebbe delocalizzare la movida notturna, prevedendo bar, ristoranti, discoteche, negozi, cinema, teatro, concedendo facilitazioni ed esenzioni fiscali agli imprenditori e commercianti interessati. Sempre che, naturalmente, si potenzi il sistema di collegamento affinché il Centro Direzionale sia facilmente raggiungibile da chi proviene da fuori e dall’interno della città, previo apposite linee di TPL su ferro e su gomma e la realizzazione di adeguati parcheggi di interscambio. Una volta rivitalizzato il Centro Direzionale non si porrà più il problema di riempire di contenuti gli eventuali spazi vuoti che sicuramente troveranno destinazioni appetibili anche per l’iniziativa privata.
Tutto ciò, necessariamente, deve comportare, prioritariamente, la bonifica e riqualificazione  di tutta l’area urbana che gravita intorno al Centro Direzionale: dal Vasto a Piazza Garibaldi e Gianturco. Ecco allora che il progetto della Porta Est, con la Torre della Regione, che prevede fra l’altro un massiccio intervento delle Ferrovie dello Stato per la sistemazione dei suoli  abbandonati di sua competenza, nonché altre soluzioni infrastrutturali fondamentali per la  mobilità, può costituire un’importante occasione di rilancio per l’intera zona orientale. Un progetto di cui, però, devono essere ben chiari costi e benefici, da integrare strategicamente con gli obiettivi di rigenerazione urbana del Centro Direzionale e dei suoi dintorni, e finanziare con risorse aggiuntive della Regione. Di tutto questo naturalmente si discuterà in Consiglio comunale dove la priorità dovrà essere l’individuazione della migliore soluzione per il rilancio di Napoli.

 

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